Le quattro reti al passivo sarebbero sufficienti per avere un quadro della manifesta superiorità dell'Udinese che in appena tredici minuti di gioco si è sbarazzata della pratica Cagliari al Sant'Elia. Gli applausi del pubblico rossoblù, unica nota positiva in casa isolana, hanno fatto da cornice ad una partita che per il resto è stata da dimenticare.

Sarebbe servito quel tanto atteso salto di qualità per coltivare ancora i sogni europei e invece il Cagliari è stato travolto da una squadra più forte e, soprattutto, molto più motivata di quella di casa. Probabilmente il pericolo di assistere ad un finale di stagione nel pieno anonimato, è reale, visto l'atteggiamento di una squadra che, per tutti e novanta i minuti, non ha saputo ribattere, quantomeno con un po' di carattere, alle sortite friulane. E invece sono stati i vari Benatia, Sanchez e Di Natale (doppietta) a condannare una squadra che, giunta alla salvezza, ha perso un po' del suo smalto.

Una vera lezione di calcio quella subita da Roberto Donadoni che ora dovrà rimboccarsi le maniche in una fase particolarmente difficile della stagione. Le due trasferte consecutive, intervallate dal turno di sosta del campionato, sono un tiro mancino di un calendario che non farà sconti. Prima in casa del Napoli e poi nel Marassi di sponda genoana, Conti e compagni dovranno faticare parecchio per cercare di riportare integra la pelle a casa.

La rosa ristretta, in grande difficoltà per infortuni e squalifiche, ha presentato il conto di una strategia non esattamente azzeccata nel corso del mercato estivo prima e di quello di gennaio poi. Occorrerà stringere i denti per le prossime nove partite e cercare di ripagare i tifosi che, nonostante tutto, hanno deciso di stare ancora vicini ad una squadra che ha fallito il suo esame di maturità.