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…ché il mondo è proprio un fenomenale minestrone! Concerto per assoli

16 dicembre 2009, 08:51
Danzateatro il 20 dicembre all'Auditorium del Conservatorio di Cagliari.

Documenti Allegati

 

Titolo della produzione:
Partitura per minestrone
Concerto per assoli
ché il mondo è proprio un fenomenale minestrone! (C.E. Gadda)
Coreografia e regia: Simonetta Pusceddu
Interpreti:
Compagnia Danzalabor
Evelina Ambu, Aldo Canessa, Nicole Cefis, Roberta Cossu, Paola De Felice, Ilaria Gallus, Gerardo Gouveia, Lucrezia Maimone, Elisa Melis, Annalisa Rocca, Jorge Sese. e Chiara Guglielmi

Con un trittico di teatro di parola, danza e luce, la coreografa Simonetta Pusceddu costruisce la trama dello spettacolo e disegna il percorso, tra ebbrezza e sogno, che conduce dalla tragedia alla danza.

Opera originale legata alla sperimentazione, alla ricerca di nuovi linguaggi e forme di comunicazione innovative

Il riferimento a una combinazione di diversi generi, crea lo spunto per poter costruire una scrittura coreografica che, attraverso stili e forme di origine diversa, porta alla distorsione ed allo stravolgimento: la contemporaneità si accompagna alla visione di un mondo tradizionale e vecchio.
Pasticciaccio, da Pastiche, è il titolo del romanzo di C.E. Gadda. Esso suggerisce elementi stilistici e linguistici che testimoniano della sua volontà di rappresentare, attraverso la mescolanza di diverse forme espressive, quanto c'è di caotico, di frammentario e contraddittorio nella realtà che egli vuole rappresentare.
Il termine Pastiche, già alla fine del Settecento, era usato per indicare un'opera letteraria costruita ad imitazione dello stile di un particolare autore, a scopo di parodia o di esercizio stilistico.

Opera riferita alla cultura identitaria sarda

Un minestrone d’ingredienti:
In questa produzione originale, il Minestrone diventa il contenitore di alcune allegorie o metafore del mondo agro pastorale, con particolare riferimento alle tradizioni legate della nostra isola, che già sono state patrimonio d’ispirazione per diversi artisti nel campo dell’arte visiva, teatrale, figurative, e che diventano il mezzo attraverso cui la coreografa e i danzatori della compagnia “danzalabor”, possono elaborare e rappresentare il proprio immaginario.
L’uso delle metafore e delle allegorie sono un espediente preso in prestito dal patrimonio linguistico dell’espressione verbale; tradotte nel linguaggio non verbale della danza diventano un potente mezzo d’interpretazione. Attraverso la loro rappresentazione assumono potere comunicativo, e attraverso l’intreccio narrativo, definiscono fortemente il carattere dei personaggi danzatori.

Partendo da questa prima scena, lo spettacolo si sviluppa attraverso diverse citazioni: ecco che, le galline di Orani e, Nivola e Dalì, le citazioni di Matz Ek, il muro panciuto della casa rustica, il profumo del pane e le sottane di lino, rappresentano il contemporaneo accadere di una serie di eventi, senza che vi si possa cogliere una concatenazione necessaria.
Partitura per minestrone” prende in esame il mondo come una rete, infinita e incontrollabile, i cui aspetti della realtà s’intrecciano creando connessioni sottili ma fortissime.
Così come per Gadda, la letteratura diventava un metodo di conoscenza, un possibile approccio al magma caotico dell’esistenza, anche il linguaggio della danza perde ogni linearità classicistica per diventare uno straordinario strumento di analisi, di mimesi “dall’interno”; così come lo scrittore si tuffa nella realtà senza frapporre alcuno schermo protettivo, ne assorbe ogni voce, ogni inflessione, ogni dissonanza, e ciò che ne nasce è un formidabile pastiche, anche la drammaturgia di “Partitura” si propone come un impasto linguistico in cui le vicende e i personaggi si rivelano con camaleontica duttilità.


STRUTTURA: AZIONI RACCONTO A CATENA
Il sistema narrativo scelto, è quello del racconto a catena. Le azioni si susseguono e ciascuna provoca la successiva, laddove si ferma la precedente, continua la successiva, Un canone coreografico dove tutti gli ingredienti si mescolano, si somigliano, si ripetono dentro un ritmo serrato, ma che lascia intravedere la peculiarità di ciascun danzatore.
La coreografia rivela un luogo astratto ma che in realtà potrebbe essere un cortile, una cucina, o addirittura un condominio, mosaico e contenitore di interazioni, scambi, incontri e suggestioni che si arricchiscono nel loro svolgersi.

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