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“L’archeologia in archivio” in mostra al Search

Autore: Marzia Erriu,
29 ottobre 2009, 13:16
Un’esposizione di reperti e documenti tra fine ’800 e ‘900 che racconta un pezzo di storia dell’isola

“L’archeologia in archivio – documenti e reperti tra fine ‘800 e ‘900” è il titolo della mostra che verrà ospitata dal 29 ottobre, giorno della sua inaugurazione, sino al 23 novembre al Search, la Sede Espositiva dell’Archivio Storico comunale, nel sottopiano del Palazzo Civico di via Roma. Ideata e curata dalla società Hermaea, in collaborazione con l’Archivio Storico, la Biblioteca comunale di Studi Sardi e la Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano, e con il patrocinio dell’Assessorato Comunale alla Cultura, la mostra si propone di offrire un’inedita e interessante angolazione dalla quale osservare la Cagliari di fine ‘800 e inizio ‘900, quando il fervore del clima culturale aveva stimolato una lunga campagna di scavi archeologici.

E proprio l’archeologia, con i suoi preziosi cimeli riaffioranti dal passato, va ad arricchire la memoria storica della città, ma con una mostra che seguendo un percorso del tutto originale vedrà il reperto affiancato e richiamato dal documento storico, e viceversa, in un rapporto biunivoco che consente una lettura simultanea e dinamica della storia della città. Non solo reperti, dunque. Ma anche interessanti documenti, spesso inediti, che raccontano le campagne di scavi fatte a Cagliari (nella necropoli cristiana di Bonaria e in quella punica di Sant’Avendrace, o nell’anfiteatro romano) e in altre zone dell’isola (Nora, Tharros) tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Si tratta di relazioni ufficiali, leggi, regolamenti, e stralci della corrispondenza dell’amministrazione comunale con i diversi Enti preposti alla tutela dei beni archeologici. Documenti facenti parte dei fondi Vivanet e della sezione antica dell’Archivio Comunale. Inoltre sono esposti anche i disegni a matita e gli acquerelli di Filippo Nissardi e di Vincenzo Crespi, alcune fotografie e pagine di quotidiani dell’epoca, e, in un’ulteriore sezione, i calchi e le trascrizioni di alcune iscrizioni semitiche rinvenute a Bonaria e a Tharros. Tra i reperti esposti merita di essere citata una croce marmorea in arte bizantina del XVI secolo, appartenente alla Chiesa di S.Agostino, che raffigura la “vergine punitrice”, molto rara nell’iconografia cristiana.

Una mostra realizzata con grande perizia d’indagine, con alle spalle un anno di lavoro per le sue ideatrici dell’Hermaea, Lucia Puzziu ed Elisabetta Gandina, le quali, grazie al valido aiuto della dottoressa Dolores Melis, direttrice dell’Archivio Storico e della Biblioteca di Studi Sardi, conducono il visitatore in un percorso in cui la fisicità dell’oggetto antico trova una sua conferma nell’immaterialità della parola scritta.

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