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Teatro. In scena "Le sorelle Macaluso"

13 aprile 2016, 12:01
Venerdi 15 sabato 16 e domenica 17 al Teatro Massimo di Cagliari

Emma Dante, una delle più interessanti e controverse registe italiane, sceglie di mettere in scena una “storia matriarcale” di una famiglia di sette donne, "Le sorelle Macaluso”. L’occasione scenica è il funerale di una di loro. I morti stanno in fondo, pronti ad apparire e a scomparire dove un pavimento delineato da schotch segna il confine tra qua e là, tra ora e mai più, tra è e fu, una linea sopra cui combattere ancora, alla maniera dei pupi siciliani, con spade e scudi in mano.
L’appuntamento è nella sala M1 venerdi e sabato alle ore 21, domenica alle ore 19.00.
La durata è di 70 minuti senza intervallo.

Le sorelle Macaluso 
testo e regia Emma Dante
con  Serena Barone, Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Italia Carroccio, Davide Celona, Marcella Colaianni, Alessandra Fazzino, Daniela Macaluso, Leonarda Saffi, Stephanie Taillandier
luci Cristian Zucaro
armature Gaetano Lo Monaco Celano
organizzazione Daniela Gusmano
Co-produzione Teatro Stabile di Napoli, Théâtre National - Bruxelles, Festival d'Avignon, Folkteatern - Göteborg
in collaborazione con Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale
in partenariato con Teatrul National Radu Stanca - Sibiu
Lo spettacolo rientra nel progetto europeo Città in scena/Cities on stage.
Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea.Coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma

Le Sorelle Macaluso – Note di regia
Tutto si ispira al racconto che mi fece un amico. Sua nonna, nel delirio della malattia, una notte chiamò la figlia urlando. La figlia corse al suo letto e la madre le chiese: “in definitiva io sugnu viva o morta?” La figlia rispose: “viva! Sei viva mamma!” E la madre beffarda rispose: see viva! Avi ca sugnu morta e ‘un mi dicìti niente p’un fàrimi scantàri. (sì, viva! Io sono morta da un pezzo e voi non me lo dite per non spaventarmi.)
La scena è vuota e buia. Soltanto ombre abitano questo vuoto finché un corpo viene lanciato verso di noi. L’oscurità espelle una donna. Adulta. Segnata. Dal fondo appaiono facce di vivi e morti mescolati insieme. Tutti sono a lutto. Il piccolo popolo avanza verso di noi con passo sicuro. La donna danzante si unisce al corteo. “Le sorelle Macaluso” sono uno stormo di uccelli sospesi tra la terra e il cielo. In confusione tra vita e morte.
La famiglia è composta da sette sorelle che si fermano a ricordare ad evocare a rinfacciare a sognare a piangere e a ridere della loro storia. È il funerale di una di loro. Nel confine tra qua e là, tra ora e mai più, tra è e fu, i morti sono pronti a portarsi via la defunta. Se ne stanno in bilico su una linea sopra cui combattere ancora, alla maniera dei pupi siciliani, con spade e scudi in mano. Una famiglia in movimento che entra ed esce dal buio. Vedo un giovane padre apparire alla figlia cinquantenne, una moglie avvinghiata al marito in un eterno amplesso, un uomo fallito anche da morto, vedo i sogni rimasti sospesi tra le ombre e la solitudine e vedo gli estinti stare davanti a noi con disinvoltura.

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