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Cagliari. Incontro pubblico “Moby Prince: 25 anni senza verità e giustizia”

Autore: Manuela Aru,
5 aprile 2016, 14:19
Il sindaco Massimo Zedda: “la verità è un bisogno e una necessità per il nostro Paese”.

Organizzato dall'Associazione “10 Aprile – Familiari vittime Moby Prince” con il patrocinio del Comune di Cagliari, si è svolto questa mattina, nella sala consiliare del Palazzo civico di via Roma, l'incontro pubblico dedicato alla memoria delle vittime del Moby Prince, scomparse nel terribile incidente marittimo la sera del 10 aprile 1991.

 

“Il significato di questa giornata è da ricercarsi nel bisogno e nella volontà dei cittadini sardi e cagliaritani di ottenere la verità su questa tragedia che da 25 anni non ottiene giustizia”. Così il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha aperto la mattinata davanti a una sala affollata di cittadini, giornalisti, autorità e familiari delle vittime dell'incidente.

 

Quella sera, il traghetto Moby Prince, guidato dal comandante Ugo Chessa, e la petroliera Agip Abruzzo entrarono in collisione ad appena due miglia di distanza dal porto di Livorno. Da quel momento in poi solo fiamme e fumo che lentamente distruggevano le vite di 141 persone tra equipaggio e passeggeri.

Venticinque anni di silenzio, depistaggi, omissioni e temporeggiamenti. Venticinque anni in cui, tra bugie e manomissioni, nessuna giustizia è stata fatta. Questa è l'accusa mossa dai familiari delle vittime di cui il figlio del comandante del Moby Prince, Luchino Chessa, è il portavoce.

 

“Molti giovani non conoscono questa tragedia - ha continuato Luchino – e questo non è accettabile perché dimostra che il nostro paese perde la sua memoria storica; quella del Moby Prince è stata una delle stragi più grandi che ha interessato la Marina mercantile. E' drammatico che, ancora oggi, tutto questo non abbia ottenuto verità”.

 

Presente all'incontro anche l'assessore Cristiano Erriu che, portando i saluti del Presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, ha voluto evidenziare i dati angoscianti della tragedia: 141 vittime di cui 65 membri dell'equipaggio e 76 passeggeri. A riscontro di questa triste realtà, a fine mattinata è stato proiettato in sala un documentario Rai intitolato “Buonasera, Moby Prince”: la ricostruzione dell'impatto, le immagini delle condizioni della nave, le registrazioni audio dei May Day e poi le tantissime incongruenze legate alle testimonianze, allo studio sul relitto, alle dinamiche dell'accaduto e all'inefficienza dei soccorsi, arrivati quasi sei ore dopo.

 

Dopo l'impegno di Silvio Lai, Presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare, che si è detto ostinato a riportare il caso all'attenzione del Governo italiano per trovare finalmente una risposta attendibile, Luchino Chessa ha così concluso l'incontro: “Per ora quello che abbiamo è una verità di comodo costruita appositamente per chiudere la vicenda. Non c'è nessuna rassegnazione finché non si farà chiarezza e giustizia su quello che è successo”.

 

La giornata per non dimenticare e per testimoniare #iosono41, fortemente voluta anche dal consigliere democratico Andrea Scano (primo firmatario della mozione approvata dal Consiglio comunale lo scorso dicembre), continuerà questo pomeriggio. Dalle 18 nella Sala Congressi in piazza L'Unione Sarda, si terrà lo spettacolo “Canale 16” organizzato da Lisa Zedde, Mattia Murgia e l'Associazione 10 Aprile – Familiari vittime Moby Prince. Realizzato dalla compagnia Associazione Figli d'Arte Medas, con la collaborazione degli studenti del corso di Laurea in Scienze della comunicazione, tratterà della vicenda attraverso la narrazione di Gianluca Medas e le musiche originali di Alberto Sanna.

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