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The cave. Cartec - Cava Arte Contemporanea, Workshop di Cristian Chironi

16 febbraio 2016, 12:06
Domenica nello spazio Cartec - Cava Arte Contemporanea della Galleria Comunale d'Arte si è parlato di curatela dell'accoglienza, di memoria, di spazio e di tempo.

 

Domenica nello spazio Cartec - Cava Arte Contemporanea della Galleria Comunale d'Arte si è parlato di curatela dell'accoglienza, di memoria, di spazio e di tempo. Lo si è fatto all'interno del secondo appuntamento del workshop di Cristian Chironi, snodo fondamentale del progetto The cave, pensato dall'artista per l'apertura di Cartec.
Dapprima cava d'estrazione, poi rifugio antiaereo, ricovero per le opere d'arte, abitazione per i senzatetto, deposito, oggi Cartec è un nuovo spazio museale - aperto tutti i giorni dal mercoledì al lunedì dalle 10.00 alle 18.00 -  destinato all'arte contemporanea e ai progetti di arte pubblica, laboratorio d'idee e studio d'artista per Cristian Chironi che in questi mesi è impegnato a Cagliari in una residenza. Al suo interno il visitatore è accolto e accompagnato in un percorso suggestivo e diventa parte integrante del progetto con le sue memorie, le sue testimonianze e la sua semplice presenza nella cava che avvalora la nuova destinazione d'uso dello spazio. C'è chi è interessato al lavoro in progress dell'artista, chi allo spazio perchè non lo ha mai visto chi, ormai anziano, ci ritorna dopo tanti anni che non sono bastati a cancellare i dolorosi ricordi degli anni della guerra.
Chironi procede in questo modo: "scava" nello spazio e nel tempo e i risultati di questo lavoro sono visibili in progress e costruiscono la mostra fino al 15 aprile, data dell'inaugurazione.
Tutto evolve, tutto cambia, tutto si trasforma. Ne dà prova lo stesso artista che espone, ad un pubblico interessatissimo di giovani e meno giovani iscritti al laboratorio, le fasi principali e le tappe più importanti del suo lavoro e della sua ricerca.
Chironi lavora sulla memoria. Ricordi d'infanzia legati alla casa, alla famiglia, alla terra, agli oggetti, ai suoni; gioca sul contrasto tra tridimensionalità e bidimensionalità; ha un rapporto quasi viscerale con i libri: li “ridimensiona” e li “risignifica”, li intaglia, li scava, li trasforma creando nuove relazioni nella successione delle pagine.
Da Untitled# (2001) a Lina (2004), da Poster (2006) fino alla dolorosa "perdita" di Nothing (2013), passando attraverso Rubik (2008) e Cutter (2010), l'artista ha coinvolto il pubblico in una profonda riflessione sulla memoria, la permanenza, la durata, la vita e la morte.
Prossimo appuntamento del workshop domenica 21 febbraio ore 10.00.

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