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"Lo specchio oscuro" mostra fotografica di Francesca Randi e Alessandra Baldoni

19 novembre 2015, 15:08
Un suggestivo percorso fotografico in bianco e nero che dà voce alle fantasie e agli incubi che scavano nella psiche dell'infanzia. Inaugurazione 21 novembre 2015 alle ore 18:00 presso l'Exma

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Si inaugura sabato 21 novembre alle ore 18 nella sala della Torretta dell’Exma Lo specchio oscuro un percorso fotografico creato da Francesca Randi e Alessandra Baldoni curato da Giacomo Pisano.
Già dalla scelta del titolo ci immergiamo in un'atmosfera di magia e misticismo: lo specchio è simbolo magico per eccellenza, riflette la nostra immagine inchiodandoci alla realtà ma si dice sia come un ponte per altre dimensioni, spazi ultraterreni e occulti in cui l'uomo vaga in cerca di verità nascoste muovendosi tra inconscio, ricordi e proiezioni.
La mostra dà voce alle fantasie e soprattutto agli incubi che scavano nella psiche dell'infanzia con uso del bianco e nero che non ha solo una semplice, per quanto ricercata valenza artistica, ma è fondamentale per guidarci in una dimensione introspettiva e accentuare la drammaticità e la profondità delle scene e dei significati raccontati. Le due fotografe hanno scelto un tema loro caro e lo hanno indagato in modo simile ma seguendo iter personali e attingendo alla memoria soggettiva e collettiva.
Francesca Randi, fedele al suo stile, lavora su soggetti di cui esalta l'innocenza costruita, quasi fossero delle maschere, in modo da far emergere un'inquietudine latente, un lato oscuro. Immagini scaturite da un buio profondo che hanno il pregio dell'universalità. Vediamo il bambino che tiene in mano i serpenti, un ricordo dell'infanzia ma in cui aleggia, come una citazione, la setta religiosa americana che usa i serpenti velenosi per i suoi rituali e li maneggia come atto di fede. La donna che tiene la gallina sul viso che fa pensare ai riti della santeria e si riallaccia al ricordo della nonna. Accanto a queste visioni fortemente intrecciate tra memoria e suggestioni ci sono immagini che attingono ai giochi infantili, alle esplorazioni e ai sogni in modo altrettanto disturbante: le bambine sulla spiaggia di notte e il ragazzino avvolto nel mantello che sembra invitarci a seguirlo in un bosco. La Randi include anche due figure femminili colte in una sorta di estasi che nulla ha di salvifico e che conserva invece un'impronta spettrale e  senza tempo.
Alessandra Baldoni si affida allo sguardo innocente di bambini non ancora ragazzi per la sua narrazione carica di riferimenti nefasti. Spiccano i due omaggi ad Arthur Tress, misterioso fotografo che fu tra i primi ad utilizzare il corpo come mezzo per veicolare la paura: il ragazzo dalle mani e piedi di paglia appare sereno nell’esibire la sua deformità così come il bambino che posa nel campo di granturco devastato con alle spalle un uomo incappucciato. Conserva tutta la sua capacità di inquietare anche la donna in tunica bianca sdraiata nel bosco e osservata da figure irriconoscibili per via delle maschere che indossano, in una sorta di  voyeurismo malato e spaventoso. La scelta non è casuale: la maschera è quella del cerusico, il medico della peste, che dopo secoli mantiene intatto il suo carico di ancestrale e insita minaccia. Nelle fotografie della Baldoni sembra essere lo sguardo l'elemento dominante per veicolare disagio. L'insieme trasmette un'inquietudine che trascende lo spirito per divenire quasi fisica.
Le due artiste indagano l'incubo scavando nella psiche come archeologhe dell'onirico, riportando a galla piccole e grandi ombre, esponendo un terrore quasi fiero nei "teatri dell'orrore" che costruiscono con i loro set. L'amore per la ricostruzione, per le simbologie velate o rivelate, regalano a chi guarda un'emozione vera. Riprodurre il falso per raccontare una verità. Questo è il senso del percorso visivo di Francesca Randi e Alessandra Baldoni. Un mondo di voci  dimenticate, ricacciate nel buio da cui scaturiscono ma capaci di emergere con tutta la loro forza.  (Giacomo Pisano)                     


La mostra, organizzata dal Consorzio Camù, sarà visitabile fino a domenica 6 dicembre nella Sala della Torretta dell'EXMA di Cagliari dal martedì alla domenica dalle 9 alle 20.

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