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Cagliari e suoi tesori nascosti. La città sotterranea

7 aprile 2015, 08:52
Con la relazione “itinerario per immagini attraverso i tesori nascosti del sottosuolo della città”, si è concluso il ciclo di conferenze organizzate al Search- sottopiano del Municipio di Largo Carlo Felice, da Italia Nostra, relatore: Francesco Randaccio del Gruppo Speleologico Centro Studi Ipogei Specus di Cagliari.
Lago sotterraneo sotto Piazza D'Armi - Cagliari
Lago sotterraneo sotto Piazza D'Armi - Cagliari

di Mauro Atzei

Si è parlato principalmente di speleologia urbana nelle diverse tipologie di cavità. Si tratta di ambienti sotterranei molto interessanti, in quanto si parte dall'esistenza in città di ben 11 sistemi collinari geologicamente importanti. Sono stati per ora censiti appena un centinaio di siti a fronte dell'esistenza di migliaia di cavità.

 

Tutto inizia dallo sfruttamento delle acque di falda e dalle caratteristiche del sottosuolo argilloso che ne ha permesso la captazione. In secondo luogo, l'estrazione della pietra cantone come materiale di cava. Detta estrazione ha causato la formazione di grandi cavità, dovuta soprattutto alla conformazione geologica del sottosuolo.

 

Il Catasto delle cavità divide le cave in sei tipologie, quelle che riguardano la nostra città, principalmente sono tre:

1) estrattive;

2) militari;

3) idriche.

 

Le opere estrattive, andate avanti fino agli anni '70 (con notevoli problemi per gli edifici attuali costruiti al di sopra), sono quelle relative all'estrazione di materiale da costruzione; sono riconoscibili dalla loro forma e, una volta terminato di estrarre il materiale utile, spesso, se possibile, venivano trasformate in cisterne.

 

Tracce di attività si rilevano già dal periodo punico e romano, nella viale fra Ignazio (orto dei cappuccini), nella Via Vittorio Veneto, nella cava di Via Bainsizza; altre cave importanti sono quelle dei grottoni dei giardini pubblici e le grandi cave di Viale Buon Cammino. Invece, non vi sono più tracce delle cave del colle di Monte Mixi, quasi completamente scomparso a causa della realizzazione delle strade. Tra le opere estrattive più grandi, le gallerie sotto il colle di Tuvixeddu si estendono per oltre due chilometri; la cavità di Piazza D'armi /Via Marengo è invece il tipico esempio di cava dove l'azione dell'uomo, senza la realizzazione di colonne portanti, sta costituendo gravi problemi alle opere soprastanti; nella cavità di Piazza d'Armi, inoltre, è presente un grande lago, causato da perdite d'acqua dalla rete.

 

Le opere militari sono state descritte, anche con dovizia di particolari e di gustosi aneddoti. Particolarmente intressanti i rifugi sotterranei utilizzati durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale; il 'numero uno' tra i rifugi è la galleria di Via Argiolas, oggi conosciuta come Via Don Bosco. E' il rifugio più grande e più importante trattandosi di circa 180 mt di sviluppo, con 3 ingressi stradali, e diversi collegamenti con le abitazioni di Viale Merello; altre opere importanti, di stessa tipologia, sono i bunker del colle di Sant'Ignazio, ovvero le protezioni antiaeree.

 

La maggiori cave idriche sono: le grotte dell'orto dei cappuccini (e il suo famosissimo pozzo che oggi alimenta il sistema d'irrigazione delle aiuole di Viale Buon cammino), nate come cave estrattive ma poi trasformate in grandi cisterne chiudendone l'imbocco con delle mura. La cava più grande è quella denominata “Vittorio Emanuele II°” (poteva contenere 9000 mc d'acqua) che fu impiegata anche come necropoli in epoca romana; si tratta di un cisternone utilizzato come serbatoio di scambio con le acque dell'Anfiteatro romano di Viale fra Ignazio. Anche quest'ultimo, tra i principali esempi storici e attuali di ipogei cagliaritani dotati di sistemi archeo-idraulici importanti. 

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