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L’Assemblea della Confesercenti tra dati e richieste Le risposte di due ministri del Governo Renzi

18 giugno 2014, 09:11
Si è svolta a Cagliari l’Assemblea regionale della Confesercenti che, per la prima volta, è stata imperniata sul collegamento audio/video con l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove si è tenuta l’Assemblea nazionale della stessa Associazione. Gli interventi di Guidi e Poletti, Barbara Argiolas, Marco Venturi e Marco Sulis.

Questa mattina si è svolta a Cagliari l’Assemblea regionale della Confesercenti che, per la prima volta, è stata imperniata sul collegamento audio/video con l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove si è tenuta l’Assemblea nazionale della stessa Associazione. Ecco, in sintesi, gli interventi più importanti in ordine cronologico.

Marco Venturi, presidente nazionale della Confesercenti: “Nel solo biennio 2012-2013, la spesa per acquisti di beni delle famiglie italiane è calata di 28,5 miliardi di euro. Un crollo che ha trascinato con sé le Pmi che, per la maggior parte, sono legate al nostro mercato. Le conseguenze su Pil e occupazione sono state devastanti. Ben vengano gli interventi del Governo, a cominciare dagli 80 euro in busta paga voluti dal Presidente del Consiglio. Il bonus ridarà fiducia ed aiuterà il rilancio della spesa delle famiglie. Secondo nostre stime, i consumi cresceranno di 3,1 miliardi nel 2014 e di 5,1 miliardi di euro nel 2015, quando l’intervento sarà a regime. Non è poca cosa, anche se per avere un effetto pieno ci aspettiamo che lavoratori autonomi e pensionati vengano inclusi nel bonus. Importanti anche gli interventi su pubblico impiego, anticorruzione, semplificazioni fiscali, energia e appalti. Particolarmente interessante il taglio della bolletta elettrica a carico delle piccole e medie imprese, così come incide positivamente la riduzione degli oneri camerali. Alla crisi della domanda interna si somma anche la pesante contrazione registrata dal credito alle imprese, in calo da più di 25 mesi. Attenzione, però, al crescente abusivismo, un fenomeno che mette migliaia di lavoratori nelle mani della criminalità e induce la gente a pensare che ‘di legalità si muore e di illegalità si sopravvive’. Gli imprenditori sono stanchi di subire, non possono più accettare lo strabismo di uno Stato che concentra le sue attenzioni sul proprio bilancio. Le ferite aperte sono soprattutto quelle di fisco e burocrazia. Bisogna rivedere certe imposte locali come la Tasi, che stanno avendo effetti devastanti. C’è un cortocircuito tra prelievo locale e centrale da rimuovere: in soli quattro anni, dal 2009 al 2013, il prelievo locale è cresciuto di circa 20 miliardi. In aggiunta, l’imposizione centrale è salita di 14 miliardi. Ben 34 miliardi in più per le casse pubbliche, ben 34 miliardi in meno per redditi, investimenti e consumi. Nello stesso periodo, il Governo ha tagliato 30 miliardi di trasferimenti agli enti locali, che sicuramente si rifanno con nuovi prelevi nel territorio. Alla fine la spending review l’hanno fatta soltanto famiglie e imprese”.


Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico: “Cogliamo la sollecitazione dell’Unione Europea sulla correzione della liberalizzazione degli orari (apertura e chiusura) delle attività commerciali. Per quanto riguarda la richiesta della Confesercenti di estendere il bonus di 80 euro, il presidente Renzi l’ha già ribadito: c’è l’impegno del Governo in tal senso. La restituzione della capacità di spesa a favore degli italiani è stata comunque imponente, se si tiene conto del momento congiunturale sfavorevole. Per quanto riguarda l’accesso al credito, alla luce del rapporto UE che indica Italia e Spagna tra i Paesi europei con i vincoli più forti, il Governo vuole potenziare e rifinanziare la disponibilità a favore dei Confidi, ma anche varare dei correttivi per facilitare le imprese: sappiamo perfettamente che è un problema reale e sentito dalle Pmi. Stiamo pensando di allargare il panorama dei soggetti che erogano le risorse, andando al di là degli istituti bancari. Un altro impegno è rivolto verso la patrimonializzazione delle imprese, per rafforzarle e renderle ancor più presentabili. Sulla moneta elettronica e l’obbligo del Pos a partire dal 1° luglio 2014, sottolineo che noi siamo arretrati rispetto ad altri Paesi dal punto di vista dell’utilizzo di questi sistemi. Tuttavia dobbiamo stimolare il confronto tra le banche e le controparti economiche: è ragionevole aspettarsi una sensibile riduzione delle commissioni a carico degli esercenti, visto il consistente aumento delle utenze”.


Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali (videomessaggio): “In difficoltà non è soltanto l’Italia, bensì tutta l’Europa. Per il 2014 si ipotizza un aumento del Pil europeo dell’1%, mentre noi siamo dati allo 0,5-0,6%, dunque siamo dentro questa dinamica. Noi dobbiamo impegnarci a varare le riforme, ma l’UE deve favorire lo stanziamento delle risorse. Abbiamo perso molta occupazione e, allo stesso tempo, è diminuita la base imprenditoriale. Lavoriamo per eliminare gli ostacoli che frenano la crescita delle imprese, vale a dire la burocrazia asfissiante, i costi del lavoro, il reddito spendibile, i costi energetici, la qualità e i costi dei servizi. Stiamo puntando sulla riforma dei contratti di apprendistato (che riguardano l’80% dei contratti a termine stipulati nel 2013), in modo da venire incontro alle esigenze di lavoratori e imprese, evitando a queste ultime il rischio di trovarsi di fronte a un giudice per la stabilizzazione di un lavoratore apprendista. Altra novità è la possibilità, per gli studenti degli ultimi due anni delle scuole medie superiori, di fare un’esperienza di lavoro, grazie a un accordo tra scuole e imprese. Presto proporremo al Parlamento un’Agenzia per le ispezioni in ambito lavorativo. Un’impresa non può sopportare una sequela di ispezioni: dapprima quella dell’Inps, poi quella dell’Inail, quindi dell’Ispettorato del lavoro e magari quella della Asl. Non è pensabile”.


Marco Sulis, presidente della Confesercenti Sardegna, rispondendo a una domanda sul turismo fatta da Roma ha detto: “La Sardegna potrebbe essere la Polinesia del Mediterraneo, invece è una terra massacrata dalla disoccupazione. Ma in tutta l’Italia manca complessivamente un progetto di ampio respiro sul turismo, settore che meriterebbe ben altre attenzioni e investimenti. Anni fa fu cancellato il Ministero competente, poi è stato accorpato ai Beni e attività culturali. Ma qual è la strategia del nostro Paese? Fare turismo non significa soltanto attrarre visitatori dall’estero, ma anche incentivare la mobilità interna. Difficile farlo, e noi sardi ne sappiamo qualcosa, quando i costi dei trasporti suggeriscono di recarsi altrove. Siamo reduci dall’assalto fiscale di ieri, tra Tasi e imposte varie che hanno disorientato tutti: cittadini e imprenditori. Le Pmi sono sottoposte ai controlli di 26 Enti: ci manca soltanto la Gendarmeria del Vaticano, e possiamo alzare bandiera bianca”.


Barbara Argiolas, assessore alle Attività produttive e Turismo del Comune di Cagliari: “Tutti parlano di turismo, eppure è una materia che ha una molteplice complessità perché riguarda infrastrutture e fiscalità, ma non solo. C’è da rivedere il rapporto con l’Unione Europea, la classificazione alberghiera, la ristrutturazione e riclassificazione dei centri storici, l’aliquota Iva. A mio avviso non occorre un Ministero del Turismo, se non ha la possibilità di intervenire su tutti i segmenti che ho citato: meglio un’Agenzia che subentri all’Enit, che non riesce neppure a pagare gli stipendi dei dipendenti. Questa è una materia complessa che richiede competenza. Il turismo promuove e commercializza un territorio, perciò necessita di una visione ampia. Tra i pesi che le imprese si trascinano ci sono la Direttiva Bolkestein e gli eccessivi passaggi imposti dalla burocrazia. Che cosa può fare un ente locale? Dovrebbe promuovere il suo territorio, ma non ha le risorse per farlo. Ecco perché è indispensabile un sistema di governance che abbia una visione alta, a partire dalla Regione”.

Nel corso dei lavori si sono succeduti i collegamenti audio/video con le sedi territoriali di Palermo, Torino, Genova, Cagliari, Venezia e Firenze.

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