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"A arte do futuro/Ultimo acto" con la compagnia portoghese Teatro de Braga

4 giugno 2014, 10:33
Mercoledì 4 e giovedì 5 giugno ore 21 al Teatro delle Saline a Cagliari.
Último Acto Rogério Boane, Solange Sá - foto de Paulo Nogueira
Último Acto Rogério Boane, Solange Sá - foto de Paulo Nogueira

A arte do futuro – Ultimo acto
di Ruj Madeira, Anna Langhoff e Alexej Schipenko
Con: Solange Sá, Rogério Boane, Vicente Magalhães, Rui Madeira, Joào Chelo e Antonio Simòn
Assistenti: Rui Madeira, Joào Chelo
Traduzione: Helena Guimarães e Regina Guimarães
Light Designer: Fred Rompante
Tecnico luci: Vicente Magalhães
Ambiente Sonoro: Luis Lopes
Creazione video: Frederico Bustorff Madeira
Creazione grafica: Carlos Sampaio


Ultime rappresentazioni per “1 euro Festival” firmato Akròama e Cedac. Mercoledì 4 giugno e giovedì 5 giugno, sempre alle ore 21, tocca alla popolare compagnia portoghese di teatro contemporaneo Companhia de Teatro de Braga (riconosciuta dal Ministero della Cultura), in scena al Teatro delle Saline con “A arte do futuro/Ultimo Acto”, di Ruj Madeira, Anna Langhoff e Alexej Schipenko. Lo spettacolo, che fu presentato per la prima volta al Teatro Gorki,  unisce due drammaturgie: “Ultimo Acto”, di Anna Langhoff, e “A arte do futuro”, di Alexej Schipenko.

“Ultimo Acto”, di Anna Langhoff, fu presentato per la prima volta al Teatro Gorki, diretto dalla stessa autrice. È un dramma che si sviluppa durante l’allestimento di un’opera, nel momento in cui il regista riceve una visita da parte dello scrittore/drammaturgo.

Un ritratto crudele e comico sulle relazioni di potere nel teatro, uno sguardo scarno sulle pratiche della cultura teatrale e la conoscenza o l’ignoranza che di esse abbiamo.
“Ultimo Acto” è completato da “A arte do futuro”, di Alexej Schipenko, un testo dove si parla dell’arte, di Dio, della morte, del mondo, dei nostri desideri e delle nostre paure.

“A arte do futuro” Messo in scena nel 2006 lo spettacolo è stato recentemente rivisto e ricostruito in maniera differente, perché sono cambiate le nostre “linee di partenza” e il nostro “momento politico”. Il che ha anche condizionato la nostra scelta. Lo spettacolo mantiene e approfondisce la “discussione” sul teatro, sulla struttura teatrale, le sue relazioni interne di potere e la costante ricerca di nuovi segni, di altre immagini, di nuove forme. Un incessante cammino di creazione artistica, verso il futuro, verso un’Arte del futuro. In questo modo continuiamo a voler coinvolgere il pubblico, collocandolo come attore della storia, come attore cittadino compromesso con il mondo. Non c’è salvezza. Se moriamo noi (gli artisti), esso (il pubblico) non si salva. Il Caos si installerà a partire dalla Morte dell’Arte.
Con questo lavoro diamo continuità alle linee che abbiamo cominciato a sviluppare con “Concerto “à la carte”, di Franz Xaver Kroetz. Il non-teatro. L’esplorazione dell’idea di tempo teatrale. L’approssimazione alla vita e al confronto con il pubblico in una prospettiva di scardinamento della comodità. Se la vita è difficile, la vita teatrale è ogni volta più drammatica.
E tutti noi (attori e pubblico) percepiremo ciò che sta per accadere, con la pena di essere spettatori della nostra morte.

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